RAFFAELLO BIAGETTI

Raffaello Biagetti ha rappresentato una figura eclettica e visionaria, che ha lavorato principalmente come pittore. Inizia la sua ricerca figurativa a Santarcangelo di Romagna, e si dedicherà alla pittura fino al 1975.
Nel 1950 Raffaello, insieme ai fratelli Alvaro e Aldo, inizia a lavorare nel campo dell’arredamento e del design, diventando uno dei principali rivenditori e collezionisti di design in Italia. Fin da subito la famiglia Biagetti costruisce solide collaborazioni con brand di design italiani come Cassina, B&B, Gavina, Saporiti, Poltrona Frau e Memphis, instaurando anche legami di amicizia con i fondatori. Molti dei pezzi appartenenti alla collezione Biagetti provengono dagli archivi di queste aziende. Nel 1968 a Raffaello Biagetti è affidato l’incarico di gestire il negozio di mobili di famiglia a Ravenna. Grazie a questa opportunità, si trasferisce definitivamente a Ravenna, disegnando nel 1970 la sua prima collezione “Sine loco”, oggetti realizzati in legno di pino dalle forme pure e lineari, un rimando al lavoro degli uomini primitivi che realizzavano di propria mano gli oggetti. Questa prima esperienza nel mondo del design sfocia a una seconda collezione nel 1973, “Terrae” e “Arundine”, una collezione apparentemente povera composta da materiali come terracotta e bamboo, e infine nel 1989 a “Ferro e Fuoco”, oggetti bruciati prodotti dalla compagnia Album.
Nel 1988 Raffaello Biagetti annuncia l’apertura del “Museo dell’Arredo Contemporaneo”, fondato con l’idea di raccontare la nascita e l’evoluzione di uno dei più importanti fenomeni culturali e sociali del secolo scorso: il design.
La collezione racconta la storia dell’arredo dal 1880 al 1980, un percorso cronologico inizia dalla rivoluzione industriale. Eccezionali sono i contributi già allora parte della più autorevole storia del design: dall’Art Nouveau, che vede autori come Charles R. Mackintosh, Antoni Gaudì, Thonet, per proseguire con la grande Scuola Viennese del primo Novecento, Josef Hoffmann, il Bauhaus, Gerrit Thomas Rietveld fino a Frank Lloyd Wright. Gli anni ‘50 sono rappresentati da progettisti scandinavi, italiani e americani tra cui Alvar Aalto, Charles and Ray Eames, Carlo Mollino, Carlo Scarpa, Luigi Caccia Dominioni e Gio Ponti. L’Italia degli anni ‘60 dà vita all’industrializzazione a regime del design e al cosiddetto stile italiano dei fratelli Castiglioni, Gae Aulenti, Alessandro Mendini ed Ettore Sottsass, passando per le espressioni più controverse e irriverenti, tipiche del design radicale, fino ad arrivare alle esperienze dirompenti di Atelier Alchimia e Memphis.
Parallelamente a questo progetto di ampio respiro, che culmina con la scuola Futurarium nel 1995, Raffaello Biagetti realizza nel 1998 “Mostrilli”, collezione composta di pezzi unici realizzati con legni antichi e di cornici di acciaio dipinte a mano, che risulta essere emblematica di una dimensione teatrale del vivere e dalla quale traspare una sensibilità più vicina a quello di uno scultore che a quello di un designer, con un’espressività unica, ricca in fascino, e delicate allusioni. L’ultima collezione è del 2007, prodotta da Memphis - Post Design nel 2009: “Lamiere Crude” è costituita da una serie di oggetti in pelle e ferro, che svelano uno scenario domestico peculiare.

BIAGETTI DESIGN CLUB

Fondato da Raffaello Biagetti, è ancora oggi un luogo di riferimento in Italia per progettare la propria casa, per appassionati di design d’autore e collezionisti da tutto il mondo. La galleria si trova a Ravenna, in un’architettura disegnata nel 1970 dall’architetto Danilo Naglia per Biagetti, che fino al 2008 ha abitato questi spazi che si affacciano su un parco meraviglioso.

Biagetti Design Club è un luogo dedicato alla cultura dell’abitare che propone una selezione esclusiva di alcuni dei migliori brand nazionali e internazionali, offrendo tutti i servizi integrati di progettazione e logistica indispensabili per sviluppare il progetto.

Un team di architetti personal shoppers è a disposizione per seguire tutte le fasi del progetto, fornendo ai clienti l’assistenza e tutto il supporto necessario. L’esperienza del nostro personale non è limitata solo alla scelta e alla configurazione degli arredi ma siamo in grado di creare ambienti personalizzati, selezionando decorazioni e materiali con attenzione al dettaglio e ricerca.

Servizi

Sopralluoghi e rilievi, progettazione spazi, selezione e fornitura arredi e materiali, configurazione prodotti su misura, trasporto e montaggio.

MUSEO DELL’ARREDO CONTEMPORANEO

Il “Museo Dell’Arredo Contemporaneo” è fondato da Raffaello Biagetti nel 1988, con l’idea di rappresentare i momenti cruciali dell’evoluzione del prodotto industriale italiano ed internazionale, evidenziandone le sfumature e i contrasti attraverso le diverse esperienze che hanno generato e consolidato l’idea del Design nel contemporaneo. La struttura nera, alta 9 metri, ospita una collezione di circa 300 pezzi tra mobili e lampade, dal 1880 al 1980; della selezione si occupa Raffaello Biagetti con l’aiuto di Giovanni Klaus Koenig e Giuseppe Chigiotti, docenti presso la facoltà di Architettura di Firenze e di Filippo Alison, della facoltà di Architettura di Napoli.
Il progetto si rivela essere estremamente innovativo per l’epoca e dal forte carattere didattico, in grado di guidare lo spettatore attraverso un viaggio immaginario nell’evoluzione della creatività applicata all’oggetto che viene prodotto a livello industriale in una sorta di equilibrio magico tra forma e funzione, tra tecnologia e nuove forme espressive.

La scenografia originale viene sviluppata a partire da un’idea di Piero Castiglioni, che immagina uno spazio completamente nero, un teatro nel quale gli oggetti sono illuminati come attori e ogni pezzo scelto viene posto su una pedana di cui Gae Aulenti decide proporzione e altezza a cui esporre le opere.

All’inizio degli anni ’90, Ettore Sottsass disegna insieme a Johanna Grawunder il padiglione di ingresso al Museo un’architettura che ospita un mosaico di 45 mq realizzato appositamente. Sottsass è una figura molto importante per l’evoluzione del Museo ed inizia così un confronto continuo con autori e critici tra cui Ignazio Gardella, Dino Gavina, Lisa Ponti, Gaetano Pesce, Ron Arad, oltre ad altri autori e a tante aziende che grazie ai loro fondatori hanno contribuito alla realizzazione di un museo teatrale dove ogni palco è una scena, un capitolo di un libro in grado di restituire una visione omogenea, cronologica e puntuale sui principali protagonisti della storia.
“Il progetto dell’ingrandimento del Museo già esistente ha tenuto conto non soltanto delle esigenze quantitative ma soprattutto della collocazione dell’edificio in un’area di campagna che mantiene ancora il verde, silenzi speciali, orizzonti lontani. Per questo abbiamo cercato di immaginare, vicino al luogo chiuso, un altro luogo aperto ed organizzato per poter raccogliere sensazioni e memorie che riguardano il luogo antico: abbiamo disegnato una specie di chiostro dove camminare e riposarsi o ricostruire nuove concentrazioni”. Ettore Sottsass

Con l’ampliamento dei primi anni Novanta, il museo diventa anche una scuola (la Futurarium, che ha avuto vita nell’anno ’95 - ’95), con i grandi nomi del progetto che, durante i mesi estivi, soggiornano in città e lavorano insieme agli studenti e alle maestranze locali per creare oggetti d’arte, diventati parte della collezione.

La personalità di Biagetti ha allargato i confini della città, e l’ha fatta conoscere a livello internazionale, al di là del ricco patrimonio storico-artistico.

La collezione è un tesoro che Musei Italiani ha riscoperto e portato nel 2015 a Milano presso Palazzo Mezzanotte durante EXPO 2015, e nel 2021 nella prestigiosa Tsinghua University Art Museum di Pechino.